Camponocecchio di Genga, 13 aprile 2025 – Una giornata di festa, di ricordi e di onore quella che ha animato le vie di Camponocecchio e San Vittore di Genga, in occasione dell’inaugurazione della Raccolta Museale “Rocco Cecchi”, dedicata alla memoria della Prima Guerra Mondiale.
Un evento che ha saputo unire con emozione storia e comunità, trasformando il piccolo borgo in un palcoscenico di valori condivisi, grazie alla sinergia tra l’Associazione Amici del Museo della Grande Guerra, l’Associazione Nazionale Bersaglieri delle Marche e la Parrocchia di S. Maria Assunta.
Bersaglieri in festa: oltre 300 cappelli piumati al vento
Il suono squillante delle fanfare ha dato il ritmo alla giornata: la “A. La Marmora” di Jesi-Ostra e la regionale umbra “R. Salucci” hanno accompagnato l’arrivo di oltre 300 bersaglieri in congedo, insieme ad accompagnatori e numerosi visitatori. Un fiume cremisi di energia e tradizione ha colorato le strade, richiamando l’attenzione e l’affetto degli abitanti e degli ospiti.
La Santa Messa, originariamente prevista presso l’Abbazia di S. Vittore alle Chiuse, è stata celebrata nella tensostruttura in paese ed ha segnato un momento solenne e di raccoglimento, preludio al pranzo conviviale che ha rinsaldato lo spirito di fraternità tra le diverse rappresentanze provenienti da tutta la regione.
Rocco Cecchi, un eroe per la comunità
Nel pomeriggio, i Bersaglieri sono tornati nella tensostruttura a Genga (a Camponocecchio una delegazione ha deposto una corona d’alloro al monumento ai caduti), poi l’inaugurazione ufficiale della Raccolta Museale intitolata a Rocco Cecchi, caporale del 14° reggimento bersaglieri, caduto eroicamente sul Monte Val Bella nel 1918 e decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare.
La raccolta, realizzata grazie all’impegno instancabile di volontari, appassionati di storia e cittadini, si propone di tramandare la memoria di un periodo cruciale della storia d’Italia, rendendola accessibile e didatticamente efficace anche per le nuove generazioni.
Un museo per tutti, un cantiere di memoria viva
La porzione museale inaugurata comprende ambientazioni a grandezza naturale che riproducono fedelmente trincee, baraccamenti, tendoni ospedale, prigioni e reperti dell’esercito austro-ungarico su una superficie di oltre 300 mq.
Ma questo è solo l’inizio di un progetto più ampio, che punta a creare un vero e proprio museo didattico della Grande Guerra nelle Marche, con ambienti interni dedicati ai diversi reparti e alla vita di trincea. L’obiettivo è ambizioso ma chiaro: fare della memoria un’esperienza immersiva e partecipata, coinvolgendo scuole, famiglie e visitatori di ogni età.
Una giornata di popolo, orgoglio e impegno
La partecipazione delle sezioni ANB provenienti da Marche, Umbria e Toscana (tra cui Sinalunga), delle associazioni combattentistiche e d’arma con i loro labari e la presenza di autorità civili e militari di rilievo – oltre al Presidente Regionale ANB Giuseppe Lucarini, erano presenti il Gen. C.A. Filiberto Cecchi, il Col. Nicola Ciccarelli, il Ten. Col. Pasquale Perozzi, il Vescovo emerito Giancarlo Vecerrica, l’eurodeputato Carlo Ciccioli, l’assessore alla cultura della Regione Marche Chiara Biondi – ha confermato la profonda valenza patriottica e comunitaria dell’iniziativa.
Significativo anche il gesto simbolico della distribuzione di rametti d’ulivo e gavette bersaglieresche come gadget, a sottolineare il legame tra tradizione militare e messaggio di pace.
La memoria non si ferma: avanti tutta
L’evento di Genga ha dimostrato che la storia può essere raccontata in modo vivo, emozionante e condiviso, con la forza delle comunità locali e il contributo instancabile delle associazioni d’arma come l’ANB.
Il progetto della Raccolta “Rocco Cecchi” è un esempio virtuoso di come la memoria possa diventare motore di aggregazione, formazione e orgoglio locale. Ma la strada non è finita: per completare il museo e renderlo pienamente fruibile sono ancora necessarie risorse e il sostegno delle istituzioni e dei privati.
Perché, come amano ripetere i Bersaglieri:
“senza passato non c’è futuro… ma senza gambe per correre, la memoria si ferma”.